Sito dell'istruttore Flavio Turchet - ASD DIR/hogarthian Divers - Corsi subacquei UTD/DIR/hogarthian - Unified Team Diving - Corsi ricreativi, tecnici, Trimix, Scooter, Cave, Relitti - Sidemount & Backmount - Rebreather - Pordenone, Friuli-Venezia Giulia - Italy

I tesori del Mar Rosso in Side Mount

GUARDA I VIDEO REALIZZATI DAL NOSTRO TEAM IN MAR ROSSO ED IL COMMENTO DI PAOLO GOVETTO Quest’anno il Mar Rosso ha riservato emozioni speciali, non solo per i meravigliosi paesaggi sommersi ed i fantastici relitti ma, soprattutto, per il nostro affiatato team di subacquei in sidemount. Ogni anno è sempre più elevato il numero di subacquei che si aggiungono al nostro gruppo approfittando degli enormi vantaggi logistici che questo stile d’immersione minimalista regala. Il video seguenti, montati sapientemente da Matteo Sacher, mettono in luce le straordinarie possibilità offerte dallo Z-System di UTD. Di seguito potete leggere il breve commento all’immersione sul relitto del Thistlegorm realizzato da Paolo Govetto.

Commento ai video di Paolo Govetto, istruttore UTD

Il viaggio a Sharm El Sheikh nel corso della prima settimana di luglio di quest’anno, è un’occasione straordinaria per assaporare i benefici dello UTD Z-SYSTEM. Oggetto discusso e controverso, si rivela uno strumento di inestimabile valore in un contesto ambientale come quello del Mar Rosso. La nostra numerosa squadra di Z-divers non può rinunciare all’opportunità di provarlo in uno dei relitti più famosi del mondo: il Thistlegorm. Si tratta di un’esperienza indimenticabile, cominciata già all’aeroporto di Verona dove, per la prima volta dopo molti anni, non devo preoccuparmi dell’extra weight. La mia intera attrezzatura subacquea, ad eccezione delle pinne, è custodita nel bagaglio a mano realizzando un peso inferiore a 5 Kg benchè disponga di tutto il necessario per effettuare delle immersioni con un bibombola. Oltre all’incredibile leggerezza, lo Z-SYSTEM si fa apprezzare anche perchè possiamo disporre della stessa quantità di gas di un bibo, senza doverlo noleggiare ma semplicemente impiegando le classiche S80 in alluminio rintracciabili in qualsiasi barca da crociera o diving operante nei mari tropicali.  Una volta sistemata la zavorra costituita da soli 3 kg inseriti nell’ala dello Z trim device, io e gli altri membri del team saltiamo in acqua ultimando i controlli pre-immersione sotto gli sguardi incuriositi delle guide e degli altri subacquei. Velocemente scendiamo la cima che ci conduce al relitto come al solito colpito da un’intensa corrente che muove da prua verso poppa. La prima immersione è dedicata all’eplorazione esterna del relitto. Non riusciamo a resistere e già in questo primo tuffo entriamo nella cabina del capitano e nei corridoi che conducono ad essa. Con lo Z-SYSTEM ricavi l’impressione di essere una lama pronta a valicare qualsiasi pertugio del relitto. Questa considerazione si rende ancora più autentica nel corso della seconda immersione quando la squadra entra nelle stive. Il profilo estremamente basso dello Z consente di esplorare ogni antro; il suo incredibile equilibrio permette evoluzioni inimmaginabili con il back mount, tanto che per alcuni tratti mi diverto ad avanzare con la pancia rivolta verso l’alto od in obliquo permettendomi delle esclusive prospettive di osservazione . Solo questione di attrezzatura? Purtroppo non è così. Lo Z-SYSTEM per poter essere utilizzato nel pieno delle sue potenzialità necessità di un corretto addestramento che muove dall’apprendimento del sistema UTD DIR/hogarthian: diversamente diventa uno dei tanti equipaggiamenti side mount presenti sul mercato.
Si tratta di uno strumento unico, con un’anima salda nelle radici del sistema da cui deriva e da cui non può prescindere. Con questo approccio si forma un subacqueo solido, in grado di superare il dogmatismo che separa il back mount dal side mount e nella condizione di sviluppare una poliedricità che consente di scegliere il miglior strumento in relazione agli obiettivi da esplorare ed alle esigenze logistiche contingenti, per massimizzare il divertimento, la sicurezza e preservare la coerenza addestrativa.
Anche questi sono tra gli obiettivi dichiarati di UTD

 
 

21 commenti tratti dal vecchio sito:

#1
paride
(mercoledì, 05 settembre 2012 15:16)

ho avuto modo di provare lo Z che proprio Paolo mi ha gentilmente prestato a febbraio per il mio viaggio a Sharm….. che dire condivido 1000% quanto scritto quì sopra, lo z completo di erogatori e la mia torcia erano nel bagaglio a mano, senza nessuna preoccupazione di peso, il resto in un borsone.

per quanto riguarda i tuffi, libertà assoluta, nessuna fatica pre dive perchè di peso addosso non ne hai fino al tuffo, e nemmeno post perché tolta la bombola sali in barca e via…

Il tutto con la assoluta sensazione di non essermi spostato dal sistema DIR, mi sentivo compatibile con i miei buddyes e loro con me anche se ero il solo con lo Z.

Bello poi è stato incontrare altri due sub con side-mount, ma non lo Z bensì quelli “tradizionali” e vedere quei ciuffi di fruste appese al primo stadio……… anche i LORO commenti poi, sulla qualità del loro sacco e imbrago (ho detto qualità ???? ) mentre ammiravano lo Z

Che dire, il buon AG quì si è superato.

Un saluto a tutti e ancora Grazie Paolo.
#2
Flavio Turchet
(mercoledì, 05 settembre 2012 16:42)

Ciao Paride, grazie per la tua preziosa testimonianza. Credo che chi abbia la possibilità di provarlo in viaggio nei mari caldi inizi una strada senza ritorno. Oltretutto, come scritto corretamente da Paolo, nessun altro sistema ti consente in giro per il mondo di aggiundere una bombola con questa facilità per estendere i tempi di fondo.
#3
Livio
(giovedì, 06 settembre 2012 09:16)

ciao Flavio sono rimastro stregato dalle immagini del Thislegorm e volevo sapere qual’è il sacco che utilizzate. Ho visto altri video di subacquei in sidemount ma la posizione in acqua è molto diversa e anche i sacchi sulla schiena molto più grandi. qual’è il sacco che utilizzate che riesce a darvi quella bella posizione? grazie
#4
Gaetano
(giovedì, 06 settembre 2012 12:00)

funzionano altrettanto bene l’hollis 50 (non il 100), quello di UTR, ma soprattutto il Kamaleont o il Razor
#5
Paolo Govetto
(giovedì, 06 settembre 2012 14:46)

Molto spesso capita di leggere su questo ottimo sito commenti che focalizzano l’attenzione sull’attrezzatura, rispecchiando con ciò, un atteggiamento di larga parte della comunità subacquea italiana: da un lato incline a spendere del denaro per acquistare dell’attrezzatura, dall’altro insensibile ad investire in addestramento.

Facendo un paragone con il mondo automobilistico, potremmo affermare che ci troviamo di fronte a soggetti desiderosi di guidare delle macchine performanti e costose, che dopo aver percorso un modesto tratto di strada, impattano con la frustrante realtà di non essere di non essere in grado di condurre quei veicoli perché non dispongono delle necessarie abilità.
Imputando l’insuccesso alle insufficienze del mezzo, quegli stessi soggetti decidono di disfarsene, provvedendo a nuovi acquisti.

Il consiglio che Flavio ed io possiamo fornire è quello di investire in addestramento piuttosto che in attrezzatura.

Per il momento, nessun equipaggiamento è dotato di poteri magici in grado di assicurare un’eccellente posizione in acqua.

Personalmente mi sento di affermare che non soltanto non esiste una differenza tra sacchi, marche, volumi, ma nemmeno tra back mount e side mount se non per questioni logistiche. Stiamo parlando di un semplice specchietto per le allodole.

La sostanza, il vero punto cruciale ripeto è l’addestramento. Se il subacqueo non dispone di adeguate abilità, quelle che in buona sostanza vengono insegnate nei corsi di base UTD e di poche altre didattiche, potrà provare, cambiare, modificare qualsivoglia attrezzatura, rimanendo pervicacemente sopraffatto dall’insoddisfazione/frustrazione.

La bontà di UTD, non è lo Z-SYSTEM o qualsiasi altra diavoleria che il nostro AG con la sua inesauribile creatività riuscirà a concepire, bensì la coerenza di un sistema immutabile nella sua semplicità, sicurezza ed efficacia.

In conclusione, il miglior suggerimento per chiunque abbia in animo di migliorare le proprie prestazioni in acqua, è quello di rivolgere lo sguardo verso un’agenzia didattica ed un istruttore che si addestrano nel rispetto dei principi DIR/hogarthian e solo dopo, anche molto dopo, pensare a quale attrezzatura comprare.

#6
Livio
(giovedì, 06 settembre 2012 16:44)

è chiaro che alle spalle ci deve essere un buon addestramento, questo vale per tutte le cosae di questa terra, ma sicuramente come c’è una grossa differenza tra l’assetto del GAV tradizionale e uno che si gonfia tutto dietro come quelli tecnici, sicuramente quello piccolo che usate voi nel video si comporterà meglio di certi catafalchi che si vedono in giro…. correggimi se sbaglio Paolo
#7
Gae
(giovedì, 06 settembre 2012 18:01)

il sacco e la sua forma hanno una grande importanza per farci stare meglio in acqua e chi cerca l’assetto perfetto dovrebbe saperlo. Provate con un vecchio OMS o un Nomad a cercare di stare orizontali
#8
Simona
(giovedì, 06 settembre 2012 18:43)

Che tristezza vedere che i commenti a due video così belli sono finiti così miseramente a trattare di attrezzatura e tecniche. È proprio vero che la subacquea è inquinata da testosterone. Comunque complimenti a chi li ha realizzati
#9
Paolo Govetto
(venerdì, 07 settembre 2012 00:41)

L’osservazione di Simona in ordine alla incantevole realizzazione dei video presentati in questo post mi giunge utile per contribuire a questo interessante dibattito.

L’autore – Matteo Sacher – è riuscito a produrre dei lavori così apprezzati a partire da alcuni spezzoni video realizzati con una GoPro del costo di 299 USD. Evidentemente non si tratta di un attrezzo professionale, tuttavia la sua perizia, le sue conoscenze maturate in nottate insonni e nella frequentazioni di appositi corsi e studi, accostati ad una passione seconda solo alla subacquea, gli hanno permesso di maturare uno stile inconfondibile, che certamente lo condurrà ad ottenere importanti soddisfazioni, nonostante la scarsità di mezzi.

Lo stesso metodo è esportabile alla subacquea. Rifuggiamo dall’idea che l’attrezzatura miracola gli oppressi da kg di zavorra in eccesso distribuiti goffamente nei luoghi più disparati e compensati da quei gav sovrabbondanti che Livio simpaticamente definisce catafalchi. L’impiego di questi attrezzi sono un effetto e non la causa di una serie di problemi che derivano da una formazione avulsa da concetti ed abilità cruciali come il trim, la corretta propulsione, la definizione di un corretto bilancio idrostatico e così via.

Queste abilità fondamentali, costituiscono una sorta di alfabetizzazione, che permette a chi la consegue di acquisire uno stile inconfondibile, che prescinde dagli attrezzi, dalle marche ma che al contrario è tesa a promuovere le abilità personali del subacqueo, ad innestarlo in una squadra, a permettergli di testare un contesto di criticità con la simulazione di guasti di crescente difficoltà, a permettergli di fare esperienza in ambienti (relitti, grotte, reef) e con sistemi (sidemount-backmount) diversi, forgiando definitivamente quella creatura meravigliosa che in UTD chiamiamo subacqueo pensante.

#10
Matteo Sacher
(venerdì, 07 settembre 2012 17:38)

Mi inserisco in questo confronto di idee per riportare la mia esperienza personale in merito a quanto attentamente spiegato da Paolo, il quale mi ha accompagnato sin dall’inizio del mio percorso subacqueo ed al quale devo tutta la mia riconoscenza. Come ogni appassionato di videoripresa ben sà, un’attrezzatura performante costituisce soltanto uno dei tanti aspetti che contribuiscono alla buona riuscita di una qualsiasi realizzazione. Allo stesso modo in ambito subacqueo, il sistema DIR/Hogarthian offre il massimo dei vantaggi a chi lo pratica a partire dall’acquisizione di solide basi di partenza, conoscendo il reale motivo per il quale è nato, si è sviluppato ed ha trovato la diffusione grazie alla quale oggi desta crescente interesse. Chi come me ha il privilegio di immergersi con degli istruttori come Paolo e Flavio, può rendersi conto dei reali vantaggi offerti da un sistema olistico razionale in cui la filosofia, i prinpici, gli skills, i protocolli, il team, le strategie individuali e di gruppo costituiscono la vera svolta ed il mezzo per poter utilizzare consapevolmente un’attrezzatura efficace ed efficiente. Ritengo che il modo migliore per mettersi in gioco, come per me è stato e continua ad esserlo, sia comprendere le vere radici di UTD realizzando sott’acqua ed in aula cosa significhi beneficiare di un addestramento coerente per ogni tipo di ambiente, reso gratificante dalla presenza di persone capaci e disponibili.
#11
paride
(lunedì, 10 settembre 2012 14:06)

Scusate se mi ri-intrometto, complimenti Matteo, per i video e per le scelte subacquee. Paolo, condivido quanto dici al 100% e mi pare davvero pazzesco che ancora oggi ci sia gente che pensa all’attrezzatura come “lampada di Aladino” senza riflettere che PRIMA e più serve l’addestramento. Insomma nemmeno Superman vola perchè ha il mantello…… non che lo abbia mai visto volare senza, ma ho visto un sacco di sub con attrezzature di tutto rispetto rimanere verticali, appesi alla cima, in ginoccio sul fondo ecc… Ma forse non dovrei stupirmi più di tanto dato che la prima domanda che viene posta ad un istruttore è “quanto dura il corso” seguita subito dopo dalla seconda “quanto costa”. Un amico tempo fa ha risposto a queste due domande così: “chiedi ad un maestro di tennis in quanto tempo ti insegna a giocare”. Mi chiedo perché tutti hanno fretta di diventare subacquei in 2 giorni spendendo meno possibile mentre sono disposti a sudare 7 camicie e migliaia di euro per imparare a cavalcare, giocare a tennis, andare in bici?
Non esiste il sacco miracoloso ma esiste il subacqueo BEN ADDESTRATO è LUI che fa la differenza. Ricordo di parecchi anni fa una discussione sul tema con alcuni amici, la frase che mi dissero era “Mario stà in assetto anche con una pelliccia di visone al posto della muta” credo tutti qui sappiamo chi è il Mario in questione… , prima tramite lui, in seguito tramite altri trainer e istruttori come Flavio e Paolo si sono cominciati a vedere i cambiamenti. Se poi siete a caccia di scorciatoie, spendete e spandete quanto volete, comprate il gav ferrari, gli erogatori bugatti, le pinne porche, la muta Armani ma il risultato sarà solo che siete “ben vestiti”…
#12
53
(lunedì, 10 settembre 2012 14:36)

Senza dimenticarsi che l’ideale sarebbe immergersi senza muta e con un GAV/sacco micro…
La subacquea è proprio come tutti gli altri sport individuali (tennis, golf, ecc.) per i quali l’addestramento (buono) e l’allenamento (tanto) sono l’unico modo per migliorarsi.
#13
53
(lunedì, 10 settembre 2012 21:32)

…dimenticavo, senza contare l’addestramento e l’allenamento del team della filosofia DIR…
#14
Claudio Talamo
(lunedì, 01 ottobre 2012 16:42)

Complimenti video fantastici danno un senso impargeggiabile di leggerezza contrariamente alla subacquea tecnica standard con le bombole sulla schiena
#15
mr
(sabato, 13 ottobre 2012 17:38)

ma che torcie sono, non è una maniglia goodman e non si vede il cavo di alimentazione?
#16
Jr
(domenica, 14 ottobre 2012 10:32)

Amazing vintage scubapro jet fins full foot, where did you find them? flavio please let me know, TIA
#17
Flavio Turchet
(domenica, 14 ottobre 2012 10:55)

Very sharp observer … Yes they are full foot Scubapro Jetfin. They are 40 years old and I was lucky to win them in an auction on ebay. I had to make some small repairs but now they are perfect to dive with for the rest of my life 
#18
Flavio Turchet
(domenica, 14 ottobre 2012 11:05)

@mr si tratta di semplici backup light utilizzate nel modo che viene insegnato nei corsi tecnici per renderle pratiche ed efficienti come con la Goodman
#19
Jr
(lunedì, 15 ottobre 2012 19:10)

well done, let’s go hunting KFC :)
#20
bruno
(lunedì, 17 dicembre 2012 18:04)

che attrezzatura serve, che abilità e brevetto serve per fare un corso per andare con le bombole sui fianchi come nel video grazie
#21
Flavio Turchet
(martedì, 18 dicembre 2012 16:56)

Ciao Bruno, per la configurazione utilizzata per limmersione sul Thistlegorm che si vede nel video, serve un sacco Z Trim da 9 kg di spinta (di più non serve basti pensare che qui è stato utilizzato con una muta da 5mm con soli 3kg di zavorra) e un manifold (distributore per monobombola ma isolabile se si deve fare pentrazione). Per il resto è facile sopperire con l’attrezzatura recuperata dal backmount. Per quanto riguarda la preparazione, con il Side Mount si può iniziare anche da zero come avviene con il Back Mount poichè le abilità richieste sono le stesse. Se si è in possesso di una preparazione DIR/hogarthian il passaggio è estremamente semplice attraverso il corso Side Mount Mini, Se si ha già un qualsiasi brevetto ma non una preparazione DIR/hogarthian allora bisogna frequentare un corso Essentials of Side Mount che è speculare a quello con le bombole sulla schiena ma qui avrai invece le bombole ai fianchi. Spero di esserti stato d’aiuto Un saluto

 
Commenti

Ancora nessun commento.

Lascia una risposta

Devi essere loggato per poter lasciare un commento.